“La condizione di viaggiatore instancabile in tutto l’Occidente e oltre, ha consentito all’artista Emanuele Lo Cascio di trovarsi ad assistere nel tempo a mutamenti sociali, economici ma anche estetici che ha riversato e reimmaginato nelle sue opere.
Il rapporto tra l’artista e queste mutazioni prende forma attraverso il capovolgimento del punto di vista e la tensione volta a toccare spaccati del disagio accogliendoli e facendosene carico.” Ha collaborato con L’Espresso come inviato dall’America Latina e dai Balcani.
Ha realizzato progetti e mostre per musei e gallerie tra cui: American Academy of Art, Chicago; Espai Ubu, Barcelona; Fundación la Caixa, Museo Pasqualino, Palermo; Röda Sten Konsthall, Göteborg; Yvon Lambert, Parigi/New York; Museo Riso, Palermo; Mana Contemporary, New York; Centro Internazionale dì Fotografia, Palermo; Burnham Museum, Philadelphia. Nel 2013 vince l’Artist fellowship alla Monira Foundation di New York. Attualmente vive e lavora tra gli Stati Uniti e l’Italia.
Scrittrice. Per Einaudi ha pubblicato L’occhio cieco del mondo Premio Mondello), Da un altro mondo (2018), libro dell’anno 2018 Fahrenheit Rai-Radio 3; Superpremio Sciascia-Recalmare, Premio Pozzale-Luigi Russo, tradotto in UK dall’editore Granta. Sempre per Einaudi ha curato Terra matta di Vincenzo Rabito.
Ha scritto soggetto e sceneggiatura del film La Terra Madre del regista Nello La Marca selezionato per la 58° edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino, poi diventato il romanzo Senzaterra, 2008 Einaudi.
Ha vinto il Premio Topazia Alliata Donne e Cultura 2017. Collabora con il settimanale «L’Espresso».
Docente presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo, storica dell’arte e curatrice, specializzata
in linguaggi contemporanei.
Giornalista professionista, collabora per le pagine della cultura de La Repubblica.
Ha tenuto conferenze sui temi dell’arte contemporanea (INHA, Université de la Sorbonne, Parigi; Centro Culturale Station, Pristina, Kosovo; Facoltà di Architettura dell’Università di Palermo) e ha fatto parte di giurie per premi dedicati al contemporaneo. Ha realizzato progetti per istituzioni e privati in Italia e all’estero.
Il festival Isole nato al Lipari nel 2018 da un’idea dell’artista Emanuele Lo Cascio e della critica d’arte Paola Nicita, prende l’isola come metafora, come immagine della lontananza e del viaggio, dell’incontro e dello scambio, ma anche della fuga, della costrizione e dell’imprigionamento.
L’isola come archetipo perfetto dello stesso spazio immaginario, intimo e mai perfettamente conosciuto. Laboratorio del possibile, di scambi sociali, psicologici e di elaborazione di culture.
Immaginando il mondo non composto da centri e da periferie ma da un solido continente di isole uniche dipendenti l’una dall’altra.
Il festival Isole si propone come approdo simbolico, luogo di incontro e di scambio, attraverso l’interazione di artisti, scrittori, musicisti, pensatori per riscoprire e ripensare il legame che unisce l’immagine con la parola, il pensiero con la materia. Tra mostre, concerti, letture e performance ci si confronta su temi, opere d’arte, politica e letteratura da punti di vista differenti, utilizzando il dialogo come modalità di confronto.
Proiettando e spostando la dimensione di isola da micro a macro, da periferia a centro globale di un continente, di riflessione e dibattito, intellettuale e poetico.
Isole Festival nelle sue quattro edizioni precedenti ha ospitato le narrazioni antiche dell’iracheno Yousif Latif Jaralla fatte di sonorità che arrivano dal Mediterraneo; il sipario virtuale di opere d’arte fluttuanti dell’artista Eva Schlegel; la regista Costanza Quatriglio che tra oriente e
occidente narra una storia senza tempo; l’esperienza della vita di Gerda Taro che diventa letteratura con la scrittrice e vincitrice del Premio Strega Helena Janeczek; l’analisi del critico d’arte Marcello Carriero su un opera d’arte che attraversa lo spazio e il tempo; l’Africa dalla visual artist italo-senegalese Binta Diaw all’interno del museo archeologico Bernabò Brea, in un incontro di antichità disseppellita e radici che oltrepassano i confini; le “Controstorie di italiani illustri o no” di personaggi che il sociologo e scrittore Alessandro Dal Lago narra come anti-eroi del nostro tempo; la performance di Silvia Maglioni e Graeme Thomson, che creano una narrazione- intreccio del conosciuto e dello sconosciuto; la poetessa Italo-somala Cristina Ubah Ali Farah che parla del colonialismo e della perdita di identità; lo scrittore Hamid Ziarati con i suoi racconti iraniani; l’artista Andrea Cusumano che con i suoi lavori dà una sua visione sfocata degli sbarchi a Lampedusa; gli artisti Masbedo che con una performance creano una dimensione ibrida in cui la nostra identità perde concretezza; Il drammaturgo Davide Enia che mette in scena il naufragio come metafora drammatica del nostro tempo e delle nostre esistenze.
© 2023 Isole Festival • All Rights Reserved • Powered by NAA Studio